Centro musicale Edgar Willems offre un’educazione musicale secondo i principi pedagogici di Edgar Willems, uno dei grandi personaggi della pedagogia musicale attiva del 900. Abbiamo circa 270 allievi di età dai tre ai 16 anni. Siamo anche sede dell’Associazione slovena per la pedagogia musicale Willems, che si occupa della formazione degli insegnanti, della promozione della pedagogia willemsiana, del sostegno e del supporto ai professori di musica in Slovenia e altrove. Sia la scuola che l’Associazione lavorano nell’ambito della Federazione internazionale con sede a Lyone in Francia. Abbiamo dunque stretti legami con scuole di musica e numerosi docenti in Italia, Francia, Spagna, Svizzera e altrove.
La scuola è il centro di riferimento per la pedagogia willemsiana in Slovenia. Dal 2006 siamo iscritti all’albo delle scuole di musica riconosciute dallo Stato sloveno. Abbiamo un supporto importante del Ministero dell’istruzione e del Comune di Lubiana. Lungo gli anni abbiamo stretto preziosi collegamenti con molte importanti istituzioni scolastiche slovene: ogni anno gli studenti dell’Accademia di musica di Lubiana e della Facoltà di pedagogia vengono ad assistere alle lezioni con i bambini, ricevendo importanti informazioni riguardo il nostro lavoro artistico e pedagogico. Abbiamo stretti legami anche con il Teatro dell’opera di Lubiana, dove i nostri allievi collaborano nelle rappresentazioni artistiche, con Cankarjev dom, che è il più grande centro culturale sloveno e con altre scuole di musica nei nostri dintorni.
La proposta pedagogica di Edgar Willems è connotata dalla grande apertura umana della quale Willems ha parlato anche nelle sue numerose opere scritte. La musica come linguaggio, arte e scienza è un’ereditĂ della civiltĂ così preziosa che dobbiamo offrirla a tutti – non solo a tutti i bambini indipendentemente dal loro talento innato, ma anche ai bambini con varie disabilitĂ . Nei nostri corsi della formazione per gli insegnanti accanto al percorso del Diploma Pedagogico, dedicato ai musicisti professionisti, offriamo anche il percorso del Certificato musicale Willems, che è dedicato a tutti i non professionisti della musica che però inseriscono la musica nel loro lavoro professionale – per esempio maestre di scuola materna e della scuola elementare, operatori socio-sanitari, psicoterapeuti, animatori socio-culturali e simile. Tutto ciò perchĂ© vorremmo aprire quante piĂą possibilitĂ affinchĂ© la musica raggiunga e aiuti le persone nella propria vita.
Nella nostra scuola lavoriamo con diversi bambini con grande talento che in seguito prosseguono la loro strada musicale al conservatorio e all’academia, ma anche con i bambini svantaggiati ai quali la musica può offrire un’importante mezzo per l’incontro con la bellezza, l’estetica, l’arte. Già da diversi anni la nostra porta è aperta ai bambini non vedenti, ai bambini con disturbi di spettro autistico, di debole concentrazione e problemi simili.
Dunque, l’apertura e il lavoro di qualita per tutti. Il valore dell’educazione musicale supera di molto la sola meta di formare musicisti professionisti. A tutti può dare il contatto con la bellezza, una più profonda sensibilità , una maggiore comprensione di se stessi e degli altri nonché dare a disposizione un potente mezzo di comunicazione ed espressione umana.
Per essere un educatore non è sufficiente essere determinati a passare la musica agli altri, ma dobbiamo anche sapere cosa e come fare per sviluppare le innate capacità musicali che ogni essere umano ha a sua disposizione. Bisogna operare dunque in modo giusto e in accordo con le leggi della musica e della persona umana. Qua il pensiero di Willems ci è di grandissimo aiuto.
Willems spesso menziona l’apprendimento della lingua materna come l’esempio d’apprendimento più naturale e più spontaneo della vita quotidiana. I bambini imparano a parlare essendo immersi nel mondo della comunicazione, delle parole, delle frasi. Imparano a capire ed a esprimersi non partendo dalla comprensione intellettuale delle strutture linguistiche, ma partendo dal loro vitale bisogno di relazione e di comunicazione. Solo dopo, quando capiscono e parlano la loro lingua molto bene, si siedono nei banchi scolastici e cominciano a leggere, a scrivere, ad occuparsi della grammatica ed altro.
Nello stesso modo è importante che il bambino sia immerso nel mondo dei suoni e della musica quanto prima, potremmo dire già nella pancia della mamma. Un percorso più strutturato secondo la proposta willemsiana può cominciare all’età di tre anni, quando il bambino è abbastanza maturo da poter essere attivamente coinvolto nella lezione musicale collettiva senza l’accompagnamento dei genitori. Le prime lezioni sono indirizzate a creare un evento musicale adatto all’età dei bambini ma non per questo meno artistico.
Il contenuto delle lezioni di primo grado dell’iniziazione musicale comprende quattro aree di lavoro: l’ascolto e voce, i colpi ritmici, le canzoni e il movimento naturale. Nella prima parte, i bambini attraverso il materiale sonoro vengono messi in contatto con il suono e le sue diverse caratteristiche: il timbro, l’altezza, la durata e l’intensità . Ascoltano e giocano, sviluppando le loro capacità di ascolto accurato, di riconoscimento, riproduzione, invenzione di vari suoni, intervalli, brevi motivi melodici.
Qua comincia l’educazione dell’orecchio musicale, che anche in seguito costantemente accompagnerà lo studio musicale dei bambini. Con questo concetto Willems intende una buona capacità di udire, di ascoltare e di sentire. Sono tre concetti diversi che chiamano in causa il buon funzionamento dell’organo uditivo, un atteggiamento affettivo positivo nei confronti del suono e della musica e, più tardi, quando il bambino sarà pronto, la comprensione anche intellettuale del fenomeno sonoro e musicale.
Accanto all’orecchio musicale, un posto importante occupa anche lo sviluppo del senso ritmico. Se la prima parte della lezione è dedicata all’ascolto e alla riproduzione vocale, la seconda parte è ritmica – i bambini, accompagnati dall’insegnante, eseguono ritmi diversi sul tavolo di legno che si trova in classe usando le mani, ma si può usare anche il proprio corpo o strumenti ritmici.
Il canto e le canzoni sono il centro della lezione di musica. La canzone rappresenta una sintesi estetica della melodia, del ritmo, dell’armonia e del testo ed è come tale un’esperienza musicale completa per il bambino.
La lezione si chiude con il movimento corporeo naturale collegato alla musica. I bambini corrono, camminano, saltano, fanno i movimenti con le braccia, eseguono il bilanciamento, il saltello, il galoppo. In questo modo diamo loro l’opportunità di esprimere attraverso il movimento e la gestualità il loro slancio vitale interiore, sollecitato dalla musica.
Durante tutta la lezione i bambini sono attivamente coinvolti e sollecitati a partecipare all’ evento artistico in vari modi: attraverso l’imitazione, la riproduzione, l’invenzione di tutte le realtà che vengono loro presentate.
Willems ha parlato di quattro gradi del percorso musicale: i primi due sono dedicati all’iniziazione, il terzo alla preparazione al solfeggio e allo strumento e il quarto al solfeggio vivo, accompagnato dallo studio di uno strumento. I bambini di solito cominciano il percorso a tre o a quattro anni di etĂ e verso sei o sette anni affrontano il solfeggio e lo strumento, cioè il quarto grado, che dura diversi anni – in realtĂ voremmo che durasse tutta la vita. Willems ha insistito molto sull’importanza di dare al bambino una buona preparazione musicale e generale prima di affrontare lo studio del solfeggio e dello strumento. Il solfeggio vuol dire leggere e scrivere la musica ed è naturale che cominci dopo le prime esperienze della pratica attiva del linguaggio musicale. Lo strumento è invece un mezzo per esprimere la propria musicalitĂ , per questo è naturale che la musicalitĂ venga svegliata e sviluppata prima di prenderlo in mano.
Willems ha fatto una sua proposta della progressione pedagogica molto completa, che comprende tutti gli ambiti importanti dell’educazione musicale: lo sviluppo dell’orecchio musicale, lo sviluppo del senso ritmico, il canto, l’alfabetizzazione musicale, la presa di coscienza dei vari elementi della musica, l’improvvisazione, lo strumento. E non solo: ha inoltre strutturato un percorso progressivo che abbraccia il bambino nella sua totalità , non dimenticandosi del suo corpo e della sua affettività . Così contribuisce fortemente al raggiungimento della nostra meta pedagogica: condurre il bambino su un cammino che gli permetterà di amare e di comprendere la musica e di esprimersi attraverso il linguaggio musicale, diventando così una persona più completa, più sensibile e profonda, più empatica, socializzata e collaborativa.